Genuinità e Tradizione

Borlenghi

BORLENGHI, RICETTA TRADIZIONALE, METODO CLASSICO

Vieni a provare i BORLENGHI di Cooter al CASONE DI SOTTO, fatti col metodo classico e ricetta tradizionale. I Borlenghi (chiamati anche Burlenghi o Zampanelle, ma da non confondere con i Ciacci) sono un cibo povero e tipico delle nostre zone, specialmente collinari e montane e noi lo prepariamo ancora come si faceva un tempo, con la mestola per spargere la colla (l'impasto liquido del borlengo, tipo una crepes) su una padella di rame stagnato detta SOLE.
 
Le origini del BORLENGO sono antichissime. Se ne inizia a trovare traccia già dal 1200 a Guiglia (ma c'è chi ne situa la data di nascita addirittura nel Neolitico) durante l'assedio del castello di Montevallaro da parte delle truppe guelfe modenesi della famiglia degli Algani. I difensori del maniero, Ugolino da Guiglia e la famiglia dei Grasolfi, sarebbero riusciti a resistere per lungo tempo grazie a delle grandi ostie di farina ed acqua impastate, cotte ed insaporite da erbe. Con il protrarsi dell'assedio la farina scarseggiava sempre di più, e le ostie divenivano sempre più piccole e sottili, quasi trasparenti: vennero quindi "degradate" dal rango di cibo a quello di "burla", o "burlengo", da cui il termine odierno. 
 
Scendendo verso Vignola la leggenda vuole che tale alimento sia stato preparato in circostanze simili, ossia durante l'assedio del castello governato da Iacopino Rangoni, avvenuto nel 1386. Per Zocca il borlengo sarebbe nato intorno al 1465 quando venne istituito un mercato regolamentato attorno ad una vecchia ceppaia, la zòca appunto come si legge su Zoccaturismo.
 
C'è poi un altra storia, quella di Montombraro dove ritorna il collegamento con la "burla". Un signore locale avrebbe servito questa sottile sfoglia al posto delle crescentine (cotte nelle tigelle) come scherzo a conoscenti ed amici, che erano stati riuniti a convivio con la promessa di un pasto abbondante. Gli avventori però gradirono talmente tanto i borlenghi che tornarono diverse volte alla casa del signorotto. Infine sempre dalla parola Burla si dice che i Borlenghi fossero un cibo particolare e scherzoso che si consumava nei periodi di Carnevale. 
 
Comunque la pensiate su questo alimento, per noi il Borlengo non è uno scherzo ma una cosa seria, e cerchiamo di portare avanti la tradizione che ci hanno insegnato i nostri vecchi nella zona delle colline e delle montagne dell'Appennino modenese. Per questo al CASONE DI SOTTO troverete sempre Borlenghi con ingredienti di qualità, cotti al momento sui Soli e conciati con una cunza di Lardo di maiale, rosmarino, aglio e parmigiano reggiano, e nel periodo estivo potrete vedere direttamente all'opera i nostri borlengai. Purtroppo col tempo si è persa questa tradizione e spesso nelle feste e nelle sagre si trovano boglenghi fatti quasi in modo automatizzato con spruzzini e senza mestole. In altri casi si trovano i Ciacci, apprezzabili, ma prodotto ben diverso rispetto al Borlengo originale
 
Dicevamo di non confonfere i Borlenghi con i CIACCI che vengono fatti con una colla simile e conditi con una cunza praticamente uguale a quella dei Borlenghi, ma sono differenti, anche perchè il metodo di cottura prevede di cuocerli in mezzo a due cottole per un prodotto più piccolo ma più spesso e morbido. Al Casone di Sotto facciamo anche i Ciacci di Castagne (gli originali che sarebbero chiamati Necci, da Nezz, in dialetto sporco, macchiato, per via del colore scuro che la farina di cvastagne gli da) nel periodo autunnale, Utilizzando una farina di castagna e condendoli con miele e ricotta, ritroverete i gusti semplici e genuini dei dolci di un tempo.

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